ROMOLO MURRI
1903
I varii articoli della Cultura Sociale che facevano il primo volume delle Battaglie d’oggi riappariscono in questa nuova edizione cresciuti di numero ma quasi immutati.
In essi io ritrovo anche oggi il mio pensiero; ma c’è insieme una visione della vita e delle cose ed una corrispondente forma logica e letteraria che oggi, dopo tre anni e più ed i notevoli mutamenti avvenuti, non risponde in ogni sua parte alle condizioni nuove degli animi e dei fatti: ed io non avrei potuto toccar queste pagine senza rifarle intiere, si che ne sarebbe venuto fuori un altro libro.
Ora, un altro libro c’è sempre tempo a farlo: ed io volli ripubblicare questo perchè, oltre al valere anche oggi quelle cose che vi son dette, anche il modo come furono dette, le impressioni che le provocarono, gli stati d’animo che manifestavano possono avere la loro importanza per lo studioso e per l’uomo di azione; appartengano essi alla vecchia o alla nuova generazione, fra le quali stanno queste pagine, che sono insieme il processo fatto alla prima e il proclama impetuoso della seconda.Per lo stesso motivo, ho creduto utile, per non guastare l’armonia del libro, non aggiungere scritti posteriori alla fine del 1901, i quali indicano una situazione già mutata; come è per esempio la prima parte, politica, del discorso di S. Marino, che esprime preoccupazioni d'animo diverse da quelle che prevalgono nel patto di Roma, ma non opposte, anzi facilmente coordinabili e procedenti, con logica rigorosa, da esse e dai fatti.
Alcune pagine del IV volume, ed in particolar modo della prefazione, saranno in qualche senso la critica di questo primo: ad esse, ed a tutta la raccolta, rimetto il lettore che voglia farsi un giudizio esatto del programma e del lavoro della Cultura sociale, della Società di cultura e mio, negli anni 1898-1902; dal primo numero di quella rivista, nel 1° gennaio 1898, al voltiamo pagina del discorso. “Quel che volemmo„ del 15 gennaio 1903.
Se può aver merito e virtù di sacrificio l’immolare alle esigenze della lotta e della polemica quotidiana la preparazione lenta e meditata del proprio pensiero scientifico, e rassegnarsi a vedere affrettato, disordinato, incompiuto un lavoro intellettuale che si poteva sperar di rendere intiero e vigoroso, questo sacrifìcio alla causa nostra io l’ho fatto largamente in questi anni di lavoro intenso e febbrile, di battaglie ardenti, e prego i lettori di tenermene conto.
Ma, fatto negli articoli di riviste e di giornali, nelle conferenze e negli opuscoli di propaganda, quel sacrificio poteva forse apparire non grave, e consentaneo, del resto, all’indole di tali generi di “produzione„ intellettuale; oggi faccio ancora un passo più avanti, e agli articoli alle conferenze agli opuscoli succede il libro, con le sue esigenze e le sue responsabilità tanto maggiori.
Ma, o che c’era bisogno del libro?
Mi è parso, ed è parso a molti miei amici, che sì.
Il movimento democratico-cristiano o cristiano-sociale, o, come altri diceva, socialista-cattolico, ha fatto in questi ultimi anni progressi rapidissimi anche in Italia : esso va determinando un nuovo orientamento delle, forze cattoliche, dopo aver superate difficoltà fierissime e tenaci opposizioni, ed è seguito ora da molti con entusiasmo, osservato da altri con interesse, guardato da moltissimi con curiosità. È necessario quindi che esso sia conosciuto e provvegga da sè a fornire i cattolici e gli studiosi italiani dei mezzi atti a darne una sufficiente notizia.
Ora, il periodico e gli altri mezzi minori non giovano che ai propagandisti: è difficile seguirli, più difficile, talora, averli a mano dopo parecchio tempo e consultarli.
E, d’altra parte, di libri non ve ne è che di quelli illustranti, nelle sue linee comuni e generiche, il programma cristiano-sociale. E sarebbe un errore il credere che il movimento nostro democratico-cristiano non abbia nel suo arsenale intellettuale che quel programma bello e bene esposto quanto volete, esso starebbe pur sempre li a fare testimonianza contro di sè medesimo ed a mostrare che — sistema logico di idee e di rapporti ideali astratti — mal gli riesce penetrare di sè la realtà e tradursi in pensieri e in propositi materiati e concreti, capaci di dirigere traverso le anfrattuosità della vita e gli scogli delle lotte quotidiane una corrente fresca e vigorosa di propaganda e di fatti.
Questo pensiero più pratico e più direttamente fruttuoso c’è, nel nostro giovine movimento ; e lo sviluppo di questo reclamava oramai dei libri che potessero facilmente correre per le mani di tutti, i quali venissero ad aggiungersi a quelli di Toniolo, Semeria, Torregrossa, ed a parlare non di idee e programmi generali, ma dei propositi e degli indirizzi concreti che son venuti su pullulando dalla vita concreta dell’ Italia nostra, e dei cattolici in essa, negli ultimi anni.
Ora, nessuno che conosca le cose di parte nostra potrà imaginare un momento solo che sia superbia il dichiarare che di un tale ordine di problemi e di tentativi intellettuali s’è occupata, se non sola, certo principalissimamente la Cultura sociale ; la quale, com’era detto nel programma, non volle essere una semplice rassegna di studio, né un semplice periodico di volgarizzazione d’idee, ma si propose di accompagnare passo passo lo sviluppo interno del pensiero e dell’azione cattolica e di esercitare su di esso una funzione analitica e comparativa, cercando di trar fuori dalle prove dei fatti e dall’urto delle idee i criteri e gl’indirizzi più coscienti che avrebbero dovuto dirigere, in un nuovo periodo di attività, le forze cattoliche.
E nemmeno è peccato di immodestia il sostenere che questo compito è toccato particolarissimamente a me, con le difficoltà e le odiosità che lo accompagnavano, e che io ho cercato onestamente di compierlo, evitando con cautela le prime e trascurando invece le seconde, non pretendendo di dommatizzare, ma cercando di suscitar delle discussioni, di trar partito dall’esperienza della realtà quotidiana, di affrettare la maturazione di problemi che giacevano confusi nel fondo della coscienza di parte nostra. E lo scopo si ottenne, in parte; ed è avvenuto che cattolici e non cattolici, quando hanno voluto tener conto dei nuovi orientamenti della coscienza di parte nostra e cercarne l’espressione fedele, hanno dovuto cercarla nella Cultura sociale, in articoli che portavano, il più spesso, il nome di R. Murri o di P. Averri, o le modeste minuscole c. s.
Oggi, alla vigilia delle battaglie nuove, era necessario riassumere questo pensiero in parte critico e in parte espositivo, esporlo ad una discussione più larga e più matura e tenerlo pronto per le richieste crescenti del partito e della curiosità pubblica; poiché se, come ho detto, il problema sociale e le sue soluzioni cattoliche hanno delle esposizioni accurate e fedeli, il nostro programma politico e il giudizio che noi ci siamo fatto della questione religiosa e della questione intellettuale o scientifica o di cultura generale, attendevano il loro libro rivelatore.
Ed a questo punto interviene il sacrificio fatto alla causa. Giacché, dinanzi a un compito sì delicato, sarebbe stato necessario preparare accuratamente e meditatamente una esposizione sistematica d’idee e di fatti; ci avrebbe guadagnato la propaganda ed un poco anche il nome dello scrittore.
Ma decidermi ad essere lavoratore così coscienzioso e decidermi a non farne nulla, per ora e per molto tempo, sarebbe stata proprio la stessa cosa; ed allora io ho preferito spigolare nella collezione triennale della Cultura sociale, raccogliere, compilare, con poco lavoro di mutazioni, di adattamenti, di aggiunte.
Ed ho pensato che questo metodo poteva anche avere i suoi vantaggi: quello di esprimere, con accurata fedeltà, la critica ed il programma di parte nostra quali balzarono, traverso a un lavoro intellettuale frettoloso e vivace, dall’urto stesso e dalla pressione dei fatti; e l’altro di conservare, insieme con la origine polemica e di attualità, quel carattere di orientamento fresco e spontaneo che risponde all’attuale condizione degli animi.
Così sono nati i voltimi Battaglie d'oggi che io presento qui ai lettori che s’interessano di cose cattoliche. Il primo raccoglie scritti riguardanti l’organizzazione e la politica dei cattolici, ed è il presente; il secondo sarà un’edizione completa delle lettere sulla cultura del clero; il terzo raccoglierà gli articoli, completati anche essi e arricchiti di molte aggiunte inedite, che si vanno pubblicando ora nella Cultura sociale sulla vita cristiana.
Spero che questi volumi rispondano allo scopo pel quale furono pubblicati, diffondendo e rendendo più facile ad amici, curiosi ed avversari la conoscenza delle nostre idee: che essi rimangano, come compendio del lavoro e delle lotte di un triennio della Cultura sociale; che gli amici miei di parte li ricevano con lieta accoglienza e ne curino e favoriscano la diffusione.
Ma questa pubblicazione ha anche un altro motivo.
C’è tutta una vecchia generazione d’italiani di parte nostra, che non è stata certo risparmiata dalla nostra critica e che in compenso ci perseguita con una lotta accanita, implacabile, prodotta dall’esacerbazione di mentalità e di abitudini che si sentono sull’orlo della morte e dell’oblio, consona spesso nei mezzi più alle viete tradizioni nelle quali essa vive che agli usi della vita pubblica e delle lotte civili novissime.
La cura quotidiana di salvare la religione e tante altre cose non le ha lasciato il tempo di leggerci prima di combatterci, seguendo con qualche attenzione i nostri periodici: né noi, che ne conoscevamo i gusti e le abitudini, sollecitammo mai il suo giudizio.
Essa è tutta intenta oggi, dopo esser venuta generosamente sino ad accettare la democrazia “ di Toniolo, „ a combatter quella che chiama murriana, pensando – l'astuta! – di poter lasciare il passo aperto alle idee, senza che esse si traducano in fatti.
Ma se mai qualche tardo scrupolo le nascesse nell'anima, o se – reazionaria impenitente – dalla lettura del programma che ha impegno di combattere potesse sperare armi nuove e di maggiore precisione, vegga se queste pagine, una parte delle quali le è dedicata, possano esserle utili: e si serva.
Noi siamo in Italia in un momento di crisi profonda: i partiti nuovi si vanno formando oggi, faticosamente, nelle trasformazioni del passato e nell'affrettarsi degli animi verso i nuovi orizzonti della vita sociale.
Nelle lotte e fra i partiti di domani c'è posto, ed un buon posto, anche per noi, purché questo momento critico non ci vegga rimanere inerti, purché con uno sforzo eroico noi possiamo riuscire a dar forma e veste d'idee e d'indirizzi concreti e positivi al pensiero nuovo che ci tumultua confusamente nell'animo, e purché da tanta disparità di opinioni e confusione di opere qualche forte mente ordinatrice sappia tirar fuori un primo nucleo di uomini di azione, saldo, omogeneo, compatto, intorno al quale si formi poi l'unione di tutto il resto.
Oggi importa specialmente raggiungere il primo intento: pel quale fu promossa da noi la Società di cultura editrice, che va allargando sotto buoni auspici il suo lavoro, fu iniziato un numero rilevante di pubblicazioni di diverso genere e vengono compilate le Battaglie d'oggi.
Così, in vista d’uno scopo lontano al quale ci andiamo lentamente e faticosamente avvicinando, noi cerchiamo di ricordare oggi di nuovo e più efficacemente, se è possibile, ai cattolici di parte nostra, i loro compiti nuovi nella vita di pensiero e nella vita pubblica dell’ Italia d’oggi; e se, nel pensiero e negli animi degli italiani, il cammino dell’idea cristiana sociale e la preparazione d’un partito politico che si formi su di essa ed assorga all’altezza dei compiti che l’Italia nuova gli assegna ne sarà avvantaggiato d’un passo solo, quel sacrificio del quale io parlava cominciando non sarà stato fatto inutilmente.
Avanti!
Roma, 15 ottobre 1900.
Sezione non disponibile per motivi di copyright. Il testo diverrà di pubblico dominio solo a partire dall'aprile 2014.
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