ROMOLO MURRI
1923
Bisogna che questo libro — primo della Collana dei «Quaderni Imperia» — sia congedato al più presto. Mi sarà perdonato questo accenno introduttivo frettoloso e breve.
I «Quaderni Imperia» insieme alla «Collana Imperia» vogliono significare un grande e immodesto tentativo. Contribuire, nel limite delle nostre forze, ad una seconda Restaurazione, che di quella politica è un corollario necessario ed urgente: Restaurazione di tutti i valori antichi e novissimi, nel campo della coltura e del pensiero. Disciplinare, coordinare, raccogliere il lavoro di tanti solitari venuti al Fascismo dal vario mondo del sapere, o vissuti in margine ad esso, non già per insincerità o titubanza di adesione, bensì per quel senso di timidezza che molte volte pervade l'uomo di studio, abituato all'indagine speculativa e al tormento dell'intelletto, di fronte alla pugnace e semplice baldanza della gioventù che combatte. Raccogliere questi cervelli pensanti, famosi e sconosciuti, della vecchia e della nuova generazione, che durante questo tragico e tumultuoso decennio hanno conservato ognora la purità dello spirito e la religiosa fedeltà al mito della nostra generazione, la primogenita eroica di tutte le generazioni future. Raccoglierli entro i nostri ranghi e nel cerchio della nostra disciplina che, per essere organica e vitale, deve essere anzitutto una rigorosa disciplina dello spirito. Fare in modo che essi possano, quasi inconsapevolmente, svelarsi non solo agli altri ma anche a se stessi, distinguendoli nettamente, una volta per sempre, da certo intellettualismo italiano arido, accomodante e vile, cui sono meglio piaciute le virtuosità dialettiche, i sillogismi e le superstrutture cerebrali, piuttostoché l'adesione appassionata alle nuove forme della società e al vitale svolgersi delle esperienze della storia.
Una rivoluzione tanto più è grande quanto maggiore è la sua forza di assorbimento. Occorre aprire le porte e fare entrare nel Fascismo le squadre degli animali pensanti e delle capacità ricostruttive. Occorre preparare i quadri della nuova classe dirigente, ristabilendo certi punti fondamentali di partenza che valgano a mettere in giusta mora l'empirismo facilone dei troppi generici improvvisati.
Problema di coltura, dunque. A questo bisogna attendere con ogni sforzo, oggi. Poiché la guerra, con le sue tremende necessità, ha creato una soluzione di continuità impressionante nel mondo del sapere. La nostra gioventù, che è morta cantando, si adagia faticosamente in questa realtà che appare meschina di fronte al ritmo sonante delle marcie guerriere. Il combattente vero comprende e giustifica questo. Non vi è sapere o dottrina che diano il senso divino della Verità come, per esempio, la mistica aspettazione dell'assalto. Ma il problema non si distrugge. Rimane e bisogna risolverlo. Perché la Rivoluzione fascista sia domani, come oggi, un germe fecondo nella storia.
Contributo modesto, dunque, questo nostro, ad un'opera di Restaurazione dei valori intellettuali entro le file del Fascismo. Questo noi ci ripromettiamo con la pubblicazione dei «Quaderni Imperia».
Abbiamo volutamente scelto, come primo della serie, un libro di Romolo Murri. È un omaggio devoto a Lui, che fu uno dei Maestri della nostra generazione. Fu un precursore della Rivoluzione. Questa verità deve giungere oggi alla sua solitudine orgogliosa, povera ed austera.
Il Fascismo, creato da Benito Mussolini nel 1919 per una disperata difesa di un'idea eterna, rappresenta nella coscienza italiana la vittoriosa definizione di un ciclo tormentoso, culminato in questo primo decennio del secolo. È il ciclo delle eresie idealistiche, da cui nacque l'interventismo e la guerra, nel suo significato rivoluzionario. Queste eresie, aristocratiche come il Nazionalismo, popolari come il Sindacalismo rivoluzionario e la Democrazia cristiana, furono i tre diversi aspetti di una stessa crisi spirituale che la guerra doveva poi fondere in una consapevolezza unica.
Questi movimenti segnarono la rivolta contro l'ortodossia materialistica dei grandi partiti politici vissuti fra il Risorgimento e la guerra: clericalismo, liberalismo, socialismo — rivolta che il Fascismo oggi ha compiuto e sta vittoriosamente compiendo. Si è detto: gli Stati europei nascono dalla Riforma. La Germania nasce da Lutero. La Francia dall'editto di Nantes. L'Italia non ebbe Riforma come più tardi, durante il Risorgimento, non ebbe la Rivoluzione che fu meccanica ed esterna. È vero. Ma in questo ventennio tragico e tormentoso la coscienza italiana ha precisamente la sua Riforma e la sua Rivoluzione. La coscienza italiana è finalmente matura. Il problema centrale della nostra vita di popolo moderno, l'unità, è finalmente risolto. La guerra ha creato, attraverso il sacrificio individuale e collettivo, la coscienza di questo sacrificio. Così è nato lo Stato.
Romolo Murri appartiene in questo senso agli apostoli della vigilia. Se è vero che ogni rivoluzione ha la sua enciclopedia, Egli fu qualcosa più che un solitario suscitatore di forze. Egli fu una vivente passione religiosa e civile. Superando tutte le antitesi, Egli e la sua dottrina si posero gagliardamente di fronte al liberalismo, al clericalismo ancien regime e al socialismo che invano tentò su di lui e sui suoi seguaci ogni demagogica lusinga. La sua battaglia quotidiana fu una difesa dei valori etici e di quella disciplina interiore che doveva essere poi la base granitica della nostra vittoria. Sul terreno politico e sociale diede, per la prima volta, valore alle enormi forze spirituali che erano contenute nella tradizione cattolica e nazionale del popolo.
Quando la canea multiforme dei gazzettieri si gettò rabbiosamente contro il Fascismo, nei momenti critici della sua battaglia, tentando azzannarlo e ritardarne l'ascesa fatale, Romolo Murri uscì dal suo ascetico silenzio, e disse intorno al Fascismo e al nostro Capo parole coraggiose di adesione, di incitamento, di speranza.
Parole semplici e serene che noi dobbiamo ricordare oggi soprattutto, perché non vadano confuse col velenoso incenso di troppi cortigiani in malafede.
Bologna giugno 1923.
DINO GRANDI.
Sezione non disponibile per motivi di copyright. Il testo diverrà di pubblico dominio solo a partire dall'aprile 2014.
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